Storie degli ultimi giorni (2023)
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Nata dalla mia ossessione per le storie Instagram, che ho iniziato ad utilizzare in modo “divergente” e “disfunzionale”, rispetto a un iniziale utilizzo “standard”, dall’aprile del 2021 ad oggi, Storie degli ultimi giorni è un’installazione mixed-media, che, muovendosi nell’alveo della cosiddetta visual culture e della memetica, unisce social media, video, fotografia e dispositivi di visione in modo inedito.
Il progetto è un percorso esperienziale e concettuale attraverso un topos che, partendo dal Concilio di Nicea II, si dipana fino ad oggi, e che tanto racconta di noi stessi e del nostro rapporto col mondo: la natura dell’immagine.
Storie degli ultimi giorni si interroga infatti sulla natura dell’immagine nel XXI secolo, sul rapporto dell’immagine con l’uomo, e su come tale relazione segni profondamente la nostra esperienza del reale e del trascendente.
A partire dal contesto sociale contemporaneo dei social media, in cui il valore etico dello sguardo sembra essersi smarrito, ho cercato di sollevare alcune domande. Con una scansione spaziale precisa, e disseminata di paradossi di natura concettuale, Storie degli ultimi giorni è un “interrogatorio” reciproco dall’esito indecidibile su ciò che è l’immagine oggi.
L’installazione si compone di un monolite in plexiglass nero (10x 20x150cm), di un video “Storie degli ultimi giorni” (dur.: 27’ in loop) visibile da un visitatore alla volta, posto all’interno del monolite nero e di un trittico di grandi dimensioni composto da tre immagini tratte dalle mie storie Instagram (100x190cm ciascuna).
Per quanto riguarda le circa 160 storie che compongono il video “Storie degli ultimi giorni” va detto che esse sono state realizzate a partire da una o più dei miei scatti fotografici o da alcuni video realizzati con il mio smartphone dotato di una lente Zeiss. Attraverso una tecnica che si è andata via via affinando, e che potrei definire collage animato, ho aggiunto alla fotografia o al video, di volta in volta scelti per la storia, delle altre mie fotografie (proprio come in un collage), elementi come le gif animate presenti sull’applicazione e musiche o effetti sonori presi dal web. Più raramente ho fatto ricorso anche ad effetti del pre-set Instagram, o ad applicazioni di post-produzione digitale come Reface o Vimage
A proposito della visione del video, va sottolineato che il monitor su cui è visibile il video è posto all’interno di una profonda nicchia posta in cima al monolite le cui quattro pareti sono costituite da specchi. Questo fa sì che chi guarda attraverso questa apertura del monolite, veda l’immagine trasmessa nel monitor riflessa in tutte e quattro le pareti, come fosse un piano cartesiano infinito di immagini in movimento.
Infine, il trittico posto alle spalle del monolite nero, esso è costituito da tre screen-shot di altrettante storie Instagram cronologicamente ordinate, unificate da un unico sfondo fotografico e dalla presenza di elementi unitari distribuiti coerentemente all’interno di tre storie susseguentisi presenti nel video.
Il titolo del progetto allude al ciclo di affreschi della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, dedicati appunto agli ultimi giorni dell’umanità, con tanto di dannati, diavoli, mostri e anime salve, così come previsto dai canoni ecclesiastici ma realizzati con lo sguardo visionario di artisti del calibro di Beato Angelico e Luca Signorelli. Idealmente le mie storie sono una continuazione immaginifica e deviante di questi giorni ultimi che non sembrano finire mai.
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