I wish you could see what I can see (2014)
Installazione mixed-media per Artsiders, a cura di
Fabio De Chirico e
Massimo Mattioli.
Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia.
gesso, legno, video-proiettore, dim. 180x50x50 cm,
dimensione ambientale : 250 x 100 x 250 cm
__
Il gesto sotteso a I wish you could see what I can see è un ribaltamento che dà vita ad un Gesù con la testa rigirata all’indietro. Ogni ribaltamento è di per sé un movimento che esaspera una realtà, facendone scaturire conseguenze imprevedibili, e s’inscrive in una tradizione di rivoluzioni, interna alla storia dell’umanità e alla storia dell’arte. Forse il Gesù che conosciamo dalla didattica religiosa è solo un paravento. Il “vero” Cristo richiede un taglio netto con le quieta apparenze del reale obbligandoci a un confronto duro con i presunti confini delle regole umane e ponendoci all’interno del dilemma della scelta e della legge, “fuori” della legge condivisa.
Nella sua elementare “difformità”, questo Cristo porta in sé una frattura letterale e metaforica allo stesso tempo; è un ossimoro della contraddizione del divino, ma anche della natura umana, dettato da un moto di disgusto ma anche dall’invito a un altrove da scoprire o inventare.
Elio Castellana
“Non mancano ironici ribaltamenti concettuali (Pesce, Castellana, Ficone, Petrone), che giocano azzerando valori e uniformando codici alti e bassi, da cui emerge con forza la ricerca di un senso “altro”.”
Fabio De Chirico, dal catalogo “Artsiders” Ed. Gangemi (2014)
__